13 Feb
13Feb

CLICCARE SULLE FOTO (OVE POSSIBILE) PER I VIDEO E SUL PERCORSO PER LE INFORMAZIONI


Lunedì 1 Giugno 2009

Dopo aver salutato Ileana ed esserci assicurati di aver preso tutto il necessario, finalmente partiamo per le tanto sospirate vacanze in Sicilia. Facciamo una sosta a mezzogiorno, sull'autostrada per Genova, ad un area di servizio, per mangiare. Dopo il caffè al bar, riprendiamo alle 13.00 e dopo un'ora siamo già dinanzi al porto. Agli ingressi per il check-in notiamo la nave che ci condurrà a Palermo. E' davvero SUPERBA di nome e di fatto. Alle 16.00 ci posizioniamo davanti alla nave in attesa dell'imbarco. Facciamo una passeggiata con Otis alla Lanterna, il noto faro del porto di Genova. Ceniamo con un panino ed una pesca. Prima di salire a bordo faccio giocare Otis a palla con un bimbo inglese mentre Anna si diletta con dei cruciverba. Alle 20.00 finalmente sistemo il camper e raggiungo Anna alla reception. L'interno della nave è inaspettatamente lussuosissimo e ci lascia stupefatti. Approfittiamo del fatto che non abbiamo ancora bevuto il solito caffè' serale per mangiarci anche una fetta di torta squisita al bar. Alle 22.00, puntualmente salpiamo. Non appena usciti dal porto ci rechiamo alla sala congressi dove proiettano un film documentario intitolato "La 11esima ora" e che tratta del riscaldamento globale del pianeta Terra. E' molto interessante ma Anna casca dal sonno ed io resisto solo un'ora e così decidiamo di andare a dormire.

Martedì 2 Giugno 2009

Purtroppo, mentre Anna riesce ad addormentarsi grazie anche alla pillola contro il mal di mare, io fatico non poco a prendere sonno. Il dondolio della nave e l'eccitazione del viaggio appena intrapreso mi tengono sveglio e alle 5 sarei già pronto per andare a vedere l'alba dal ponte della nave. Desisto e alle 7 portiamo Otis a fare i suoi bisogni nell'apposita area riservata ai cani. A fatica, Otis riesce a fare una sola pipì e così lo riportiamo in cabina. Andiamo ad uno dei bar e facciamo colazione con cappuccino, brioche e spremuta d'arancia. Le previsioni meteo teletrasmesse non sono incoraggianti ma speriamo che siano errate. Alle 9 siamo sul ponte a gustarci un po' di sole che fa capolino dalle nubi che si stanno diradando. Scambio quattro chiacchiere con un camperista 34enne milanese che viaggia con la sola compagnia del suo cane. Dopo aver pranzato facciamo un pisolino in cabina, una doccia e ci sistemiamo nell'area di attesa per lo sbarco. Finalmente, con più di un'ora di ritardo rispetto all'orario d'arrivo previsto, sbarchiamo e ci dirigiamo alla volta dell'area attrezzata Freesbee Parking (18 euro con C/S e corrente in Viale Imperatore Federico 116, nei pressi della Fiera del mediterraneo di fronte alla succursale Fiat), tranquilla, lontana dal centro ma di fronte all'ingresso c'è la fermata degli autobus per il centro storico. Il traffico è caotico e gli automobilisti palermitani sono prepotenti e indisciplinati. Dopo poco tempo giungiamo al parking. Andiamo a cenare in un ristorante-pizzeria lì vicino e ci rifocilliamo con delle pizze veramente strepitose. Appena lasciato il ristorante, veniamo raggiunti da una cameriera che avverte Anna che dopo aver pagato il conto ha dimenticato la carta di credito. Ora siamo veramente stanchi, quindi andiamo a nanna.

Mercoledì 3 Giugno 2009 

Prima di lasciare il parking Freesbee andiamo a fare colazione ad un bar lì vicino. Usciamo da Palermo dirigendoci a Segesta. Il Navigatore, come al solito, fa i capricci per cui ne facciamo volentieri a meno, o quasi. Dopo aver parcheggiato comodamente il camper, visitiamo l'area archeologica con il teatro ed il grande tempio dorico. C'è una navetta a pagamento che fa la spola tra l'area del Tempio e l'area del teatro (diametro di circa 63 mt.) che è in cima al colle (circa 1,5 km a piedi). Ripartiamo alla volta di Scopello. La strada, che costeggia il mare, conduce a Sferracavallo, piccolo villaggio di pescatori e stazione balneare. Sulla destra, si vede Isola delle Femmine, paesetto di pescatori, di fronte all'isoletta dallo stesso nome, sormontata da antiche fortificazioni. La spiaggia si estende per circa 6 Km. A sinistra, una stradetta sale in 3 Km a Carini, cittadina sul pendio di una collina da dove si gode di un bel panorama sulla pianura e sul golfo. La strada passa poi vicino all'aeroporto di Punta Raisi (Falcone e Borsellino). A Castellammare del Golfo facciamo un po' di spesa ad un minimarket, dopodiché immergiamo i piedi per la prima volta nel mare di Sicilia. L'acqua è fredda ed un po' mossa ma la sensazione è bellissima e persino Otis si bagna, anche se con qualche riluttanza. Foto di rito. Mangiamo nel camper con vista sul mare aperto, con pochi bagnanti intorno, sulla spiaggia Plaja davanti alla pizzeria Passaparola. Giungiamo a Scopello (si trova su una collina da cui si può ammirare il panorama stupendo del golfo di Castellammare) e dopo aver preso dell'acqua da una fontana nella piazzetta del paese ci concediamo un gelato al gusto di cassata da leccarsi i baffi alla Pasticceria "Scopello". Anna offre delle crocchette di Otis ad una cagnetta randagia che ha visibilmente da poco partorito e alla quale inavvertitamente pesto una zampa mentre mi rilasso all'ombra. Decidiamo di proseguire per la Riserva dello Zingaro ma, prima di giungervi, posteggiamo il camper in una zona poco ombreggiata e dalla quale parte un sentiero che accede alla Tonnara di Scopello, sotto il villaggio, in un paesaggio dominato da una vecchia torre rotonda, in mezzo a rocce che sorgono dall'acqua limpida. Dopo aver scattato qualche foto, tentando di chiudere dall'esterno una finestra del camper, la rompo accidentalmente. Anna, ovviamente, mi rimprovera come solo lei sa fare. L'ingresso alla Riserva naturale è assolato e non pensiamo di rimanere qui la notte per entrarvi il giorno dopo, per cui riprendiamo la strada per San Vito Lo Capo. La strada che percorriamo è molto scorrevole e ci permette di ammirare paesaggi da far west. Arriviamo in paese sino al faro ma non troviamo subito un'area attrezzata. Anzi ci informano che nessuna è provvista di corrente eccetto i campeggi. E così ci tocca ripiegare su uno di essi e la scelta cade sul camping "Soleado" di fronte ad una spiaggia e ad un mare stupendo. Ceniamo fuori dal camper, sistemato di tutto punto, e facciamo un passeggiata sul lungomare. Purtroppo c'è un inconveniente con la macchina fotografica (pile esaurite) e rientriamo per una doccia e poi a nanna.

Giovedì 4 Giugno 2009

Alle 7.30 mi sveglio e porto Otis fuori in passeggiata. La giornata si preannuncia bellissima. Il mare è stupendamente calmo ed il cielo è terso. Prima di provare l'ebbrezza di un bagnetto, acquistiamo delle pile per la macchina fotografica ma ben presto ci accorgiamo che l'inconveniente non è sparito per cui ci mettiamo alla ricerca di un fotografo. Una volta trovato il negozietto, ci dicono che il proprietario è a far colazione (all'alba delle 10) e quindi non ci resta che attenderlo pazientemente. Quando finalmente rientra, si rende conto subito che il problema non è nella macchina fotografica bensì nelle pile inserite. Pur essendo nuove di zecca non sono adatte alla nostra fotocamera Canon e quindi ci consiglia un tipo di pile diverse e ricaricabili, oltre all'acquisto di un carica batterie. Rientrati al camper, lasciamo Otis e andiamo in spiaggia. Ci facciamo un bagnetto, prendiamo un po' di sole. Ma quando il vento comincia ad aumentare, rientriamo per mangiare sotto la veranda del camper. Terminato il pranzo, risistemiamo il camper, scarichiamo le acque grigie, carichiamo dell'acqua nel serbatoio anteriore e ripartiamo alla volta di Trapani. Giunti in città, notiamo casualmente le indicazioni per la funivia che porta ad Erice. Chiedo informazioni e pur essendo già le 17 decidiamo di vedere prima Erice. Lasciamo il camper nel parcheggio antistante la funivia (il posteggiatore mi chiede un'offerta e mi dice che possiamo restare però anche la notte. Accettiamo e gli diamo 5 euro. Giungiamo dopo 15 minuti di funivia al piccolo borgo medioevale di Erice. Mentre si sale, il panorama si apre e si fa sempre più bello. Si entra da porta Trapani e si scopre una città medioevale intatta, che appena fuori dalle strade battute dai turisti sembra fuori dal tempo. Ovviamente non potevamo lasciarci scappare - tra i tanti dolci dell'Antica Pasticceria del Convento posta quasi in cima - una cassata a dir poco fantastica). Dalla Porta Trapani arriviamo alla Chiesa Madre preceduta da un massiccio campanile isolato, probabilmente un'antica torre di vedetta risalente al tempo di Federico d'Aragona. La facciata della chiesa, costruita nel 314 con materiale proveniente dai templi, è ornata da un atrio ad arcate ogivali sopra il quale si apre un magnifico portale gotico. Fotografiamo la chiesa di S. Giuliano del XVIII secolo con il suo campanile rosa. Continuiamo fino ad arrivare alla Chiesa di S. Giovanni Battista e al Giardino del Balio, nell'area dell'antica acropoli. Vi si vede il Castello Pepoli, del Medio Evo, con le sue torri quadrate e un imponente torrione, interamente rifatto nel XIX secolo, e il Castello di Venere costruito nel XII e nel XIII secolo con pietre antiche, che possiede due bifore. Dalle terrazze del castello godiamo di un magnifico panorama su Trapani, la Costa Occidentale e le Isole Egadi. Con il cielo limpido, la veduta si estende fino a Capo Bono, in Tunisia. Gironzoliamo per le stradette - di costruzione estrosa - lastricate di veri tappeti di ciottoli racchiusi in cornici rettangolari e stretti. Alle 19, terminata la visita riprendiamo la funivia e raggiungiamo il camper. Decidiamo di rimanere nel parcheggio e trascorrervi la notte. Ci sono cani randagi nelle vicinanze ed è sconsigliabile farsi vedere in giro con Otis al guinzaglio. Una femmina randagia sembra sfinita dal sole e dalla fame mentre i suoi due cuccioli giocano tra loro a pochi metri da lei. Fanno pena e tenerezza al contempo ed Anna non resistendo decide di portare loro un po' di crocchette di Otis. Per fortuna che se ne è portata dietro una buona scorta. Dopo cena spostiamo il camper sotto un lampione del parcheggio in modo da poter sfruttare un po' di luce. Mentre Anna si diletta con il suo Nintendo riporto il riassunto della giornata sul computer utilizzando la luce della lampada a batteria. Ora sono stanco e vado a dormire. Anzi no!... Anna vuol fare una partita a scala 40. Una volta tanto vinco io (grazie a 3 jolly). Ora a nanna. Speriamo bene!...

Venerdì 5 Giugno 2009

Ripartiamo alle 8 del mattino dopo la colazione. Percorriamo le vie del centro di Trapani sino ad arrivare a parcheggiare vicino ad un giardino in mezzo al quale si eleva il principale monumento della città, La Chiesa dell'Annunziata che affianca il Museo Nazionale Pepoli, il quale purtroppo non è accessibile. Visitiamo inoltre la CITTA' VECCHIA. Da Via Pepoli sbocchiamo in Piazza Martiri d'Ungheria. Continuando sempre dritto per la lunga Via Fardella, arriviamo a Piazza Vittorio Emanuele, centro della città con il monumento di Vittorio Emanuele II di G. Dupré, 1882. Preferiamo lasciare il camper davanti al porto, per potere visitare questo quartiere a piedi. Attraversiamo Piazza Garibaldi che si estende davanti al molo e più avanti notiamo la Chiesa del Purgatorio. Continuando arriviamo in Corso Vittorio Emanuele davanti alla Cattedrale di S. Lorenzo. All'interno, soffitto dipinto e decorazioni a stucco. Di fronte all'estremità orientale del corso fotografiamo il Palazzo Senatorio. Accanto ad esso c'è la Torre dell'Orologio. Raggiungiamo Via Torrearsa e da qui la Piazzetta Saturno (Ufficio del Turismo) con la fontana del Saturno della fine del XVI secolo e la Chiesa di S. Agostino del XIV secolo, molto danneggiata dai bombardamenti. Essa, ha tuttavia, conservato la facciata originale, il bel portale gotico e uno splendido rosone. Questa chiesa, oggi sconsacrata, è utilizzata come sala da concerto. Da dietro la chiesa passando sotto un edificio moderno e seguendo Via S. Pietro, giungiamo alla chiesa di S. Maria del Gesù dell'inizio del XVI secolo. La navata principale ha conservato la sua elegante volta di legno. Lasciando Trapani, approfittiamo per percorrere l'itinerario denominato la via del Sale fotografando le saline, i mulini a vento e l'isola di Mothia. Proseguiamo per Marsala, dove si ha la sensazione di trovarsi non in Sicilia ma in Svizzera. Il centro storico è mantenuto in maniera perfetta, ed è interamente libero da auto e motorini. Entriamo in città da Corso Gramsci e poi, visto che l'area archeologica è chiusa per gli scavi in corso, raggiungiamo Piazza della Repubblica con il camper. In piazza, sorgono il Palazzo Comunale del XVIII secolo con loggia e portico e la facciata barocca del Duomo. Dalla Piazza seguiamo poi la Via XI Maggio, dominata dalla torre e dall'ex-convento S. Pietro trasformato in biblioteca, e passiamo davanti alla facciata della chiesa del XVI secolo che ha conservato un bel rosone. La Via XI Maggio sbocca a Porta Nuova e a Piazza della Vittoria. A destra c'è il Giardino Cavallotti però non ci è consentito accedervi. E così ci consoliamo riposandoci un po' all'ingresso di una gelateria dove ci gustiamo una fantastica granita al latte di mandorla. Decidiamo di lasciare Marsala dirigendoci a Mazara del Vallo. Prima di raggiungere la nuova meta passeggiamo per l'arioso lungomare ornato di palme, che presenta spunti di interesse non trascurabili come i "bagli". Infatti passiamo a fianco dello storico Baglio Florio, primo ed ancora attuale luogo di produzione del marsala, industria e museo nello stesso tempo. A Mazara del Vallo impostiamo il navigatore e raggiungiamo l'area attrezzata Tonnarella (18 euro con C/S e corrente - lungomare Fata Morgana, di fronte al Bagno Lido Sole Rosso) molto spartana, docce all'aperto, sul mare. Decidiamo di passarci la notte. Facciamo quasi 2 km. A piedi per comperare delle bistecche, pane e tovaglioli di carta. Al rientro Otis è cotto e si addormenta a fianco del camper, nonostante ci sia un forte vento che ci sconsiglia di cenare fuori. Serata al computer con la musica a farci compagnia, prima di andare a dormire.

Sabato 6 Giugno 2009

Ci svegliamo alle 6.30. Colazione, C/S e via per Mazara del Vallo. Una cittadina che se fosse ben tenuta avrebbe non pochi motivi di interesse: il colore vivo del porto peschereccio, le architetture barocche, il bel centro storico e gli ampi spazi che si trovano sul lungomare che conduce al porto. Ma lo stato di manutenzione è molto scadente e il traffico incontrollato fa il resto. Arrivati in Piazza Mokarta la prima foto è per alcune vestigia del castello del Conte Ruggero. Da lì una strada a destra, che costeggia il giardino pubblico, ci conduce alla Cattedrale con il suo massiccio campanile barocco. Sul portale principale, una scultura del 1584 mostra il conte Ruggero a cavallo, mentre calpesta un arabo. Fortunatamente, in occasione di un allestimento floreale per un matrimonio, riusciamo ad entrare ad ammirare l'interno della Cattedrale. Costeggiando il lato sinistro della cattedrale raggiungiamo Piazza della Repubblica, ornata dalla statua di S. Vito, patrono della città, opera di Marabitti. Sulla sinistra, un'elegante facciata con portico e loggia dell'ex Seminario costruiti nel 710. Passiamo attraverso l'atrio, dietro la cattedrale, per vedere le tre absidi che risalgono alla costruzione originaria. Sulla sinistra, un'elegante facciata con portico e loggia dell'ex Seminario costruiti nel 710; di fronte il Palazzo del Municipio e il Palazzo Vescovile. Inoltre vediamo l'esterno della Chiesa di S. Caterina. Passando da Piazza Plebiscito ci troviamo di fronte a due cupole di stile arabo appartenenti a due ex-chiese del XVI secolo; sulla sinistra, la facciata barocca della chiesa di S. Ignazio e un ricchissimo portale con cariatidi del 675. Passeggiando nel centro della città notiamo che ogni stradina nasconde una chiesa, spesso abbandonata. Lasciamo Mazara del Vallo per raggiungere Castelvetrano. Giunti a Castelvetrano, in Piazza Garibaldi fotografiamo la Chiesa Madre (XVI secolo) con un ricco portale sulla facciata. Poi la Chiesa di S. Domenico, più volte rimaneggiata e in Piazza Regina Margherita, la Chiesa di S. Giovanni. Ad una rosticceria ci preparano al momento 4 arancini e delle patatine fritte (il tutto per 5 euro). Gli arancini sono molto buoni e anche Otis li gradisce. Ci spostiamo a Marinella di Selinunte e, visto che il vento è molto forte, non possiamo goderci il mare e la spiaggia. Poco importa, prendiamo un caffè ed un gelato alla cassata (favoloso) e raggiungiamo la zona archeologica di Selinunte. A Selinunte visitiamo il vasto Parco Archeologico con i suoi Templi e l'Acropoli. Tra i Templi e l'Acropoli vi è un bel pezzo di strada e ci andiamo in camper. La visita di Selinunte è certamente una delle più commoventi di tutta la Sicilia. L'abbondanza delle rovine, la maestà del luogo e la bellezza del paesaggio, fanno in modo che qui tutto ricordi la Grecia. I templi di Selinunte sono indicati tradizionalmente con lettere dell'alfabeto. Sulla sinistra i templi E ed F; sulla destra, il tempio G. Il Tempio E, il più lontano, si distingue chiaramente, essendo state le sue colonne ricostruite. Costruito nel V secolo A.C. nel più puro stile dorico, questo edificio era senza dubbio dedicato a Era (Giunone) secondo l'iscrizione di una stele votiva scoperta nel 1865. Misura 68 m x 25. Le sue 38 colonne (6 sulle facciate e 15 sui lati) sostengono ancora una parte della trabeazione. Una scala di otto gradini conduce al peristilio ed alla cella sopraelevata i cui muri erano ornati di una cornice dorica. Ritornando sui nostri passi, verso la strada, si vedono sulla destra i resti del Tempio F, il più piccolo e il più danneggiato dei tre. Il Tempio G, dall'altro lato della strada, si presenta come un gigantesco ammasso di pietre, al centro del quale emerge una colonna restaurata nel 1832. Questo tempio, senza dubbio consacrato ad Apollo, era annoverato tra i più grandi del mondo antico (con quello di Agrigento dedicato a Zeus Olimpico). Si può avere un'idea della grandiosità di questo monumento arrampicandosi sui blocchi di pietra per penetrare all'interno di questo ammasso di rovine titaniche, dove ogni elemento stupisce per le sue dimensioni. La strada detta "dei Templi" circonda il Tempio e scende verso il mare per risalire in seguito verso l'acropoli, sulla collina occidentale. Da Selinunte ci dirigiamo a Sciacca. Arrivati a SCIACCA dalla Porta S. Salvatore ci incamminiamo, dopo aver posteggiato il camper, per la via Via F. Incisa dove si innalza la chiesa del Carmine e in cui non riusciamo ad entrare per fotografare poiché vi è una messa in corso. Invece in quella di S. Margherita (interni stupendi) ci è consentito persino far entrare Otis con noi perché la chiesa risulta sconsacrata. La guardiana è molto gentile e scambiamo quattro chiacchiere. Usciti dalla chiesa ci imbattiamo in Casa Arone con tre finestre gotiche e una scalinata interna del XV secolo. Fotografo il Palazzo Steripinto il quale presenta una facciata a punte di diamanti con tre bifore, dei merli e un elegante portale del Rinascimento. Seguendo il lungo Corso Vittorio Emanuele arriviamo al centro della città dove c'è il Municipio e di fronte una terrazza che domina la città bassa e il porto. Purtroppo non c'è più tempo per visitare oltre, poiché scade il parcheggio per cui rientriamo al camper. Con non poche difficoltà riesco ad uscire poiché nel frattempo sono stato circondato da auto in sosta. Nel frattempo Anna acquista 6 bottiglie d'acqua in un negozietto della piazza. Ci dirigiamo all'area attrezzata "LA PLAJA" ma non trovandola rientriamo a Sciacca dove un signore gentilissimo prima si offre di accompagnarci con la sua auto al parcheggio che si trova presso il porticciolo (vicino alla caserma della Guardia Costiera) e poi ci regala un barattolo di capperi sott'aceto. L'area a disposizione è davvero grande e tranquilla e ci affianchiamo ad un altro camper parcheggiato. Nel frattempo si aggiunge un altro camperista siciliano che ha una cagnolina che zoppica un po'. Gentilissimo, ci offre consigli e informazioni. Dopo i saluti ceniamo e ci dedichiamo al resoconto delle spese e del diario di viaggio sempre con il sottofondo musicale senza il quale Anna non vivrebbe...Tra un po' spengo il computer e a nanna.

Domenica 7 Giugno 2009

Da Sciacca ci dirigiamo a CALTABELLOTTA per una bella strada sinuosa che sale inesorabilmente sino a quasi 900 metri. Osservando le montagne si è colpiti dalla sagoma aguzza e spettacolare di alcune cime e dalla posizione pittoresca di un paese adagiato tra i picchi più belli: è Caltabellotta. Lungo la strada di avvicinamento molti sono i punti che invitano a fermarsi alla ricerca di viste panoramiche sempre magnifiche e cangianti, e man mano che si avanza il tutto appare sempre più attraente, fino all'arrivo. E' tutto un arrampicarsi di case, tetti, torri e campanili attorno ad una rupe che si alza verso il cielo come una scultura con i resti di un castello, di origine normanna, in cima. Una strada panoramica ci porta su verso il monte Pellegrino con il convento e la chiesa di San Pellegrino. Passiamo accanto uno sperone chiamato Calvario che domina la città. La strada si inerpica in ripidi ma comodi tornanti fino allo spiazzo antistante il complesso. Da qui l'ultimo tratto lo facciamo a piedi su per una vecchia strada acciottolata. Purtroppo non si può accedere al convento stesso per lo stato di abbandono che rende pericoloso l'accesso. Guardiamo da fuori l'imponente edificio dello stesso colore della roccia che circonda Caltabellotta e ci auguriamo che un intervento repentino possa salvare questo monumento dalla totale rovina. Con spirito più pragmatico pensiamo a quale sede magnifica potrebbe essere per un albergo o una fondazione artistica con il silenzio rotto soltanto dal richiamo degli uccelli e l'aria solenne che veglia sopra questo luogo con la sua ricca storia. Con il camper giriamo dietro il complesso di San Pellegrino e ci fermiamo vicino ad una ripida stradina sulla destra che porta al "Malpertuso" un'apertura naturale nella roccia che anticamente era l'unico ingresso alla città, talmente stretta che rendeva la città inespugnabile. Per questa strada si arriviamo alla piccola chiesa della Pietà, edificata sopra una grotta e nella sua semplicità una suggestiva fermata in un percorso rupestre che si apre lungo la strada sottostante. Il quartiere attorno la chiesa con le strette, tortuose vie ospita ogni anno un bel presepe vivente, un'occasione per visitare tutta la città. Sulla cresta poco distante si aprono una serie di piccole grotte, probabilmente utilizzate come abitazioni, alle quali si accede da scale scavate nella roccia. Tornando al camper procediamo oltre e si arriviamo all'imponente piano della vecchia matrice che da luglio dell'anno scorso è stata riaperta al pubblico dopo un accurato restauro. La chiesa fu fondata attorno a 1100 dal conte Ruggero dopo la vittoria sugli arabi. La semplice facciata in pietra viva, interrotta soltanto dagli ornamenti delicati del portale ogivale d'ingresso, crea insieme al Pizzo Castello delle quinte naturali suggestive a questa immensa piazza. La torre campanaria squadrata, detta il "Mortorio", è forse di epoca anteriore e isolata rispetto alla chiesa, che fu intitolata all'Assunta. Sulla sinistra scorre una fontana con acqua fresca, deliziosa dopo tanto camminare. La chiesa, che nel tempo ha subito vari interventi strutturali si apre oggi a tre navate con grandi archi ogivali su colonne che in origine dovevano essere tutti affrescate. Sulla sinistra, in contrasto con la semplicità del resto della chiesa, si trova una cappella intitolata alla Madonna della Catena con una ricchezza policroma di stucchi e pitture, realizzata da Antonino Ferraro nel '500. Al centro la fine statua della Madonna della Catena di Giacomo Gagini. Nelle cappelle successive si possono ammirare altre delicate statue di Madonna con Bambino dei famosi Gagini, padre e figlio. All'imbocco del piano della matrice vecchia da via Madrice troviamo la chiesa SS. Salvatore edificata anch'essa in epoca normanna in bella pietra viva, di semplice architettura e una porta ogivale in stile chiaramontano. Alle sue spalle l'ingresso al possente Castello normanno del quale rimane soltanto parte di una torre con ingresso ogivale e due cameroni sotterranei che probabilmente servivano come contenitori di derrate alimentari, pietosamente coperti da alti pini. Riscendiamo in città e passando davanti alla verde villa comunale ci dirigiamo alle chiese di Sant'Agostino e di San Lorenzo - un unico edificio con una torre campanaria medievale. La chiesa originaria è del 1300 ma successivi interventi l'hanno in parte modificata, come la facciata che è stato arricchito con un bel portale barocco. All'interno è custodito un gruppo raffigurante la Deposizione. L'opera imponente del '500 di Antonino Ferraro è realizzata in ceramica e le otto figure sono a grandezza naturale. Qui si custodisce anche la Madonna dei Miracoli che viene festeggiata l'ultima domenica di luglio assieme al SS. Crocifisso. Oggi la Chiesa di San Lorenzo con un sobrio portale di ingresso è sconsacrata, e viene utilizzata per fini religiosi-culturali e sociali. A piedi fra stradine in tortuoso saliscendi si arriva fino alla chiesa della Madonna dell'Itria con un bel portale barocco e all'interno il simulacro della Madonna dell'Itria col Bambino. Risaliamo sempre a piedi verso il cuore di Caltabellotta, piazza Umberto I, dove si trova il Municipio di recente costruzione e la Matrice nuova, la Chiesa del Carmine, anch'essa recentemente restaurata, che si trova a un livello leggermente inferiore (insieme alla biblioteca nella ex-chiesa di San Michele). Nella Chiesa del Carmine si può ammirare la Madonna delle Grazie di Antonello Gagini. Prima di uscire dalla città, in periferia, facciamo una visita alla piccola chiesa dei Cappuccini, S. Francesco d'Assisi. Ci dirigiamo a Realmonte all'area attrezzata ZANZIBAR con sterrato/ghiaia, bar/ristorante, sul mare, docce calde, ordinata, pulita e dalla spiaggia si ha una bellissima vista sulla Scala dei Turchi. Ne approfittiamo per rinfrescarci. La sera al tramonto ci facciamo una bella doccia e ci apprestiamo a farci degli ottimi hamburger alla piastra. Siamo molto stanchi e dopo le solite operazioni di rito decidiamo di andare a dormire.

Lunedì 8 Giugno 2009

Era da tanto tempo che non mi svegliavo dopo le 7.30. Oggi invece ci siamo destati che erano quasi le 8 ed il sole era già alto. Il mare, stupendo, ci invita a fare un bagnetto ma dato che è ancora presto ci rinfreschiamo sino alle ginocchia. Lasciamo libero Otis che prende a saltare felice di qua e di là come se non gli sembrasse vero di poter scorrazzare nell'acqua salata. Peccato non aver pensato di girare un filmetto. Dopo aver "risciacquato" Otis con l'acqua dolce, troviamo e recuperiamo un pallone sgonfio, che diventerà il suo giocattolo per il resto della vacanza. Rientriamo al camper, facciamo C/S e nella fretta di ripartire dimentico la porticina esterna del wc chimico aperta. Fortunatamente Anna se ne accorge. Riprendiamo la via per Porto Empedocle. Giunti al di sopra della famosa "Scala dei Turchi" posteggiamo il camper. Alla nostra vista si offre una bellissima scogliera bianchissima modellata come una scala scoscesa verso il mare. Scendiamo alla spiaggia e mentre la percorriamo mi accorgo di avere ancora in tasca il tappo del serbatoio dell'acqua che avevamo caricato precedentemente (ma dove avevo la testa stamattina ???). Alla "Scala dei Turchi" solite foto di rito, bagnetto dagli scogli e rientro. Quando stiamo per raggiungere Agrigento, da un ponte lunghissimo scorgiamo alla nostra sinistra la città moderna e alla nostra destra la Valle dei Templi dove spicca il Tempio della Concordia. Giunti all'ingresso della zona archeologica, posteggiamo il camper, acquistiamo la piantina del percorso e iniziamo, sotto un sole cocente, la nostra visita. Nell'ordine: il Tempio di Giunone, il Tempio della Concordia e quello di Ercole. Più avanti il Tempio di Giove sdraiato e il Tempio dei Dioscuri. Il caldo è infernale e cerchiamo refrigerio con una granita al limone. Cerchiamo un posto ove poter pernottare ma non trovandone uno di nostro gradimento preferiamo riprendere il viaggio dirigendoci a Caltanissetta. Ad una decina di km dalla città ci fermiamo a fare il pieno di gasolio ad un distributore Agip. Ci viene consentita la sosta notturna nel piazzale (peraltro custodito ed illuminato anche durante la notte) e ne approfittiamo per farci una doccia prima di cenare e andare a dormire nel cuore della Sicilia.

Martedì 9 Giugno 2009

Ripartiti alla volta di CALTANISSETTA scopriamo che per nostra fortuna i suoi monumenti sono vicini gli uni dagli altri. Il centro è a Piazza Garibaldi dove si incrociano le due principali arterie: Corso Umberto e Corso Vittorio Emanuele. In mezzo, la grande fontana di Nettuno con un gruppo di bronzi di Tripisciano. Attorno alla piazza si elevano il Palazzo Comunale, la Chiesa di S. Sebastiano e, di fronte, il Duomo, fiancheggiato da due campanili. Proseguendo per Corso Umberto arriviamo alla chiesa di S. Agata. Fortunatamente è aperta per cui possiamo ammirare la ricchezza dell'interno dove tutti gli altari sono intarsiati di marmi. Imboccando Via Angeli scorgiamo la Chiesa di Santa Maria degli Angeli e il Castello di Pietrarossa il cui aspetto è piuttosto deludente. Per quanto riguarda il Castello di Pietrarossa, le poche pietre che stanno ancora in equilibrio su una roccia non possono che dare un'idea di ciò che era la cittadella di Caltanissetta. Il sole è molto forte e la temperatura è di 32 gradi all'ombra; così decidiamo di proseguire per Enna. Si trova in cima ad una collina a 900 metri sul mare, con gli ultimi 3 km in forte salita; sempre in salita attraversiamo tutto il centro e una volta arrivati in cima sostiamo presso il bellissimo Castello di Lombardia La visita ad ENNA. Ci rechiamo in Piazza Vittorio Emanuele vicino alla Chiesa di San Francesco. Dal fondo della piazza, a sinistra, si accede in Piazza Francesco Crispi, ornata da una fontana con la riproduzione in bronzo del Ratto di Proserpina del Bernini. Dal belvedere splendido panorama sulle Madonie, l'Etna e Calascibetta. Percorriamo Via Roma, principale arteria della città, fino a Piazza Coppola dove si erge la facciata barocca del Santuario di S. Giuseppe. Da Piazza Coppola scendiamo a destra per Via Candrilli dove, si innalza il bel campanile dell'ex-chiesa di San Giovanni Battista con tre piani di archi gotici, sormontato da una piccola cupola di stile arabo. Continuiamo per Via Roma fino a Piazza Colajanni. Sulla sinistra, al n. 467, resti del Palazzo Pollicarini di stile gotico-catalano, costruito nel XV secolo ma molto danneggiato. Di fronte, si erge l'ex-chiesa del convento di S. Chiara del 1725, trasformato in Pantheon. L'interno è lastricato con piastrelle di maiolica. Un po' più lontano, la strada sbocca davanti al Duomo. Sul lato destro, si trova un portale ornato al centro da un bassorilievo che rappresenta San Martino che offre il suo mantello. Visitiamo inoltre San Francesco. Stremati dal caldo e dalla sete ci gustiamo un cannolo siciliano classico ed uno alla crema più una crema al caffè freddo decorata con una striscia di cioccolato fondente. Squisiti. Rientriamo al camper, ci dissetiamo e ripartiamo per Piazza Armerina. Lungo il tragitto sostiamo per una foto al lago di Pergusa vicino all'autodromo. Arriviamo all'ottimo Agriturismo "Agricasale" (ubicato abbastanza fuori dal paese con piscina, docce calde, ristorante, C/S, corrente e possibilità' di cenare con piatti tipici) verso le 17.30, ancora in tempo per fare un bagno in piscina (appena ripulita e a nostra completa disposizione). Quindi, dopo aver sistemato il camper nella piazzola, indossiamo il costume ed andiamo a rinfrescarci.

Mercoledì 10 Giugno 2009

Dopo colazione, facciamo C/S e lasciamo a malincuore l'agriturismo dando un passaggio in paese al gestore. Terminata la visita di Piazza Armerina ci dirigiamo alla Villa Imperiale del Casale. Sotto un sole cocente visitiamo i mosaici della villa oggi protetti da una struttura in vetro, tipo serra, con percorsi obbligati in legno e rialzati per permettere una buona osservazione. Restiamo piuttosto delusi da questa visita, anche perché una parte della Villa è chiusa per restauri. Le bancarelle intorno all'area sono molto ricche di oggetti in ceramica ma decidiamo di rimandare gli acquisti per quando saremo a Caltagirone, il paese della ceramica. In effetti, una volta giunti a Caltagirone, tra la miriade di negozi e laboratori di artigiani si ammirano veri e propri capolavori ma il più bello, forse, è la scalinata di Santa Maria. Ben 142 scalini decorati sull'alzata da maioliche con motivi di varia ispirazione che la rendono unica nel suo genere. Anna, nel museo della ceramica, accanto a quella dei pupi e dei presepi, si sbizzarrisce nella ricerca di oggetti da acquistare. Una granita di caffè con panna prima di fotografare la scala e poi rientriamo al punto sosta dove carichiamo l'acqua da una fontana. Ci dirigiamo a Palazzolo Acreide e Akrai. La strada è un saliscendi continuo con alternarsi di paesaggi diversi tra loro e ci porta al paesino in collina. Qui, a fatica, attraverso strade strettissime, riusciamo a trovare un ampio parcheggio tranquillo per poter pernottare, grazie all'aiuto di un giovane gentile che ci porta sul posto precedendoci con il suo scooter. C'è una luna piena stupenda, ceniamo e attendiamo la sera per andare a riposarci. La notte, soffriamo molto il caldo, tanto è vero che cerco refrigerio all'aria aperta. Si dorme poco e male. Il paese di Palazzolo è già di per sé molto interessante, ma gli interessi maggiori sono concentrati nella vicina area archeologica la quale, oltre che per l'interesse culturale, si segnala per la sua splendida posizione paesaggistica, ottima anche per la sosta, ancorché molto solitaria. Il teatro greco, alcune latomie, una vicina necropoli e i resti di antiche mura formano un tutt'uno con la natura. È un'escursione da non tralasciare, sebbene si trovi al di fuori dei circuiti classici. Palazzolo Acreide è situata a 397 m. di altezza nel massiccio dei Monti Iblei. La città fondata nel 664 A.C. dai Siracusani, fu distrutta dagli Arabi. Restano tuttavia rovine interessanti sulla collina di Acremonte. All'ingresso della città, bel giardino pubblico con veduta sulla Valle dell'Anapo, regione molto fertile ma accidentata. Al centro, in Piazza del Popolo, la Chiesa di S. Sebastiano del XVII secolo e Palazzo Comunale con facciata ad arcate. Da lì, seguendo, a sinistra, Corso Vittorio Emanuele II si giunge al Palazzo Ludica (al n. 10) dove si trovano riuniti oggetti trovati durante gli scavi nella città antica. Al n. 38, Palazzo Pizzo Guglielmo con un bel portale. All'estremità del corso, Chiesa dell'Immacolata che contiene una statua della Madonna col Bambino di F. Laurana. Continuando sempre dritto si arriva alla zona archeologica. Vi si può accedere in camper, da una nuova strada panoramica, ma noi decidiamo di visitarla l'indomani.

Giovedì 11 Giugno 2009

Mi sveglio alle 6 del mattino e noto con stupore che il parcheggio comincia a riempirsi di ambulanti che arrivano a sistemare le loro bancarelle per il mercato rionale. Sono quindi costretto a spostare il camper in un'altra zona del parcheggio ad un livello più basso. Dopo la colazione ci dirigiamo a piedi verso il Teatro Greco e la zona archeologica. Dal cancello d'ingresso, un piccolo sentiero conduce al Teatro greco di epoca tardiva, di proporzioni molto eleganti e molto ben conservato. La cavea, di dodici file di gradini, poteva contenere 600 spettatori. L'orchestra ha conservato una parte della sua pavimentazione, e si può ancora vedere, sulla sinistra, l'altare di Afrodite dove, prima dello spettacolo, gli attori erano soliti sgozzare un agnello. In questa parte si trovano anche delle giare e dei silos da grano di epoca bizantina scavati nel suolo. Sul fianco del teatro la sala del consiglio della città con alcuni gradini. Bisogna visitare le due latomie dell'Intagliata e dell'Intagliatella. Esse furono consacrate al culto degli eroi defunti, nel periodo greco, prima di servire da ipogei e catacombe nell'epoca cristiana e poi come abitazioni rupestri nell'epoca bizantina. Non esitate a penetrare nell'interno di queste cavità, alcune delle quali sono formate da un susseguirsi di camere e tombe. L'Intagliatella, più profonda, porta ancora sulle pareti, gli spazi destinati alle tavolette del culto degli eroi ed anche un rilievo rupestre. Uscendo, costeggiando il muro esterno della cinta di rovine, sulla sinistra, si arriva in una magnifica strada romana, larga più di quattro metri, pavimentata di lava, portata alla luce di recente. Nuovi scavi saranno intrapresi in questo settore che non ha ancora rivelato tutti i suoi segreti. Terminata la visita ci si può far accompagnare dal custode nella valle dove sono conservati i Santoni, sculture molto rozze intagliate direttamente nella roccia. La maggior parte di queste opere rupestri, che risalgono al III secolo A.C., rappresenta Cibele seduta o in piedi, o accompagnata dai suoi leoni e talvolta circondata dai Dioscuri a cavallo. Questo insieme, molto danneggiato, oggi protetto da cabine di legno, testimonia l'importanza del culto orientale nella Sicilia ellenistica. Questa visita non può effettuarsi che in compagnia del custode che ha le chiavi. Terminata la visita, ridiscendiamo in paese e - prima di riprendere il camper - acquistiamo il pane, della focaccia ed un po' di frutta al mercato. Ci dirigiamo ora a Ragusa Ibla. L'antica Hibla Heraea dei Greci, costruita su di uno sperone tra due vallate rocciose, è una delle città più curiose della Sicilia per la sua posizione geografica. Essa è formata di due quartieri diversissimi: da una parte Ragusa (498 m.) di aspetto moderno e costruita secondo un piano regolatore dopo il terremoto del 693; dall'altra parte, Ragusa Ibla (385 m.), molto più pittoresca, molto accidentata e ricca di edifici barocchi. Per visitare RAGUSA arriviamo da Corso Italia per poi girare in Via Roma che si segue a destra fino al Ponte Nuovo. Proprio prima di attraversare questo ponte, sulla destra, una scala, vicino all'Hotel Mediterraneo, scende sul marciapiede e sbocca all'ingresso del museo comunale di archeologia, 9-13; chiuso il lunedì. Questo museo aperto nel 1961 contiene soprattutto oggetti provenienti dagli scavi effettuati nella regione. Si vedono, tra le altre cose, bei vasi greci scoperti nel 1972, statuette trovate a Scornavacche e due grandi mosaici di Camarina, l'uno con dei pesci, l'altro con degli uccelli. Oltrepassando il Ponte Nuovo che attraversa la Cava di S. Domenica, si potrebbe andare in Piazza della Libertà, centro amministrativo della città ma è preferibile ritornare sui propri passi per Via Roma e raggiungere, tra il Corso Vittorio Veneto e il Corso Italia, la Cattedrale di S. Giovanni Battista. La sua larga facciata a colonne corinzie è fiancheggiata da una torre. L'interno a tre grandi navate, separate da colonne monolitiche con capitelli, è decorato di stucchi. Continuando per Corso Italia e Via 24 Maggio che lo prolunga a serpentina, in una curva, sulla destra, c'è la chiesa di S. Maria delle Scale, costruita nei secoli XV e XVI, ma interamente modificata alla fine del XVIII secolo. Da questa chiesa, un insieme pittoresco di scalinate permette di raggiungere Ragusa Ibla la cui visita è molto più interessante. Alla cima di questa rampa di 242 scalini si trovano la Chiesa di S. Maria dell'Idria e due palazzi del XVIII secolo: Bertini e Cosentini. Proseguendo, si sbocca in Corso Mazzini che conduce a destra, in Piazza della Repubblica. Da li, si segue a sinistra Via del Mercato fino al Largo Camarina per raggiungere Piazza del Duomo (S. Giorgio). La bella facciata movimentata di questa chiesa, costruita dal 738 al 775 dall'architetto R. Gagliardi, si innalza sulla sommità di una scalinata chiusa da un cancello molto elaborato. L'imponente cupola neo-classica, alta 45 m., risale al 820. In fondo alla piazza, si imbocca Via XXV Aprile che passa davanti al Palazzo Donna Fugata (a destra) e conduce a Piazza Pola dove si erge la Chiesa di S. Giuseppe del 590 con una bella facciata barocca. Nell'interno altari riccamente decorati e statua argentea di S. Giuseppe attribuita a F. Paladino. Sulla sinistra, in Via Orfanotrofio, Chiesa di S. Antonio con un portale gotico sul lato destro. All'estremità di Piazza Pola, Corso XXV Aprile conduce ad un giardino pubblico (giardino ibleo) in cui si possono vedere altre tre chiese. Vicino all'entrata di questo giardino e sulla destra, si trova la Chiesa di S. Giorgio che ha conservato della sua costruzione primitiva del XV secolo, soltanto un magnifico portale gotico catalano il cui timpano rappresenta San Giorgio che abbatte il drago. La pietra è, sfortunatamente, molto deteriorata. Prima di proseguire nel nostro viaggio, ci dissetiamo con una bella granita di limone (per me) e un gelato alla ricotta e alla viola (per Anna). Proseguiamo per Modica. La visita a Modica è forse la più significativa. Perché l'abitato è molto esteso e ben conservato, e mostra come nessun altro un aspetto saliente della architettura barocca, vale a dire le tipiche chiese dalle facciate fastose poste in cima a trionfanti scalee. Se ne hanno almeno due esempi di rara bellezza. Conviene prendere il tempo giusto, sia per l'estensione del centro storico con le sue preziose viuzze, sia perché la città si sviluppa su di un faticoso pendio. L'atmosfera generale è molto piacevole e invita a prendersi il tempo necessario. Modica, sul fianco di uno sperone roccioso, appartenente alla parte meridionale dei Monti Iblei, fu, in una certa epoca, il feudo più potente dell'isola. Conserva del suo passato splendore alcune belle chiese barocche. In Corso Umberto I, la Chiesa del Carmine possiede un portale gotico del XV secolo, ed un rosone sulla facciata. Nell'interno gruppo marmoreo, che rappresenta un'Annunciazione di A. Gagini. Piazza Principe di Piemonte, centro della città, si trova alla confluenza di due torrenti che sono stati del tutto coperti dopo l'inondazione del 1902 che causò centinaia di vittime. Seguendo a destra, Via Marchese Tedeschi conduce alla Chiesa di S. Maria di Betlemme la cui costruzione risale senza dubbio al XIII secolo, ma che fu ricostruita dopo il 1693. La sua cappella del Santo Sacramento, che risale al XV secolo, e probabilmente isolata in origine, offre un bel esempio dell'architettura tardo-gotica con riferimenti agli stili arabo-normanno e catalano. In fondo al Corso Umberto, si erge, sulla sommità di una scalinata ornata da statue di apostoli, la sontuosa facciata della Chiesa di S. Pietro, patrono della città. Passare sul lato sinistro di questa chiesa per raggiungere la città alta, imboccando Corso Garibaldi, da cui si gode di un bel panorama sulla città bassa. Preceduta da una scalinata di 250 gradini, la splendida facciata di S. Giorgio, attribuita a Gagliardi, è senza dubbio uno degli esempi più belli dell'architettura barocca dell'isola. L'interno è tutto dipinto di bianco, celeste e oro. In una cappella di destra, urna in argento e bronzo contenente le reliquie di S. Giorgio. Davanti al coro, un meridiano è stato tracciato sul pavimento. Nell'altare maggiore, nove pannelli del 513, riproducono la vita di S. Giorgio e le Scene dei Vangeli. Ricca cassa d'organo nella navata a sinistra, e nella prima cappella di destra, entrando, Assunzione di F. Paladino firmata e datata 1610. Prima di lasciare Modica, si può fare una breve sosta al piccolo museo che si trova in Corso Umberto, di fronte alla Chiesa di S. Pietro. Esso raduna oggetti riesumati nella regione e tra essi una curiosa statua proveniente da un tempio del sole. • Di fronte all'Antica Dolceria Bonajuto acquistiamo la cioccolata prodotta con antica ricetta azteca. Granita al cioccolato, con brioche appena sfornata, al Bar Ciacera in Piazza Matteotti. Terminata la visita di Modica, proseguiamo per Pozzallo, dove di fermeremo per la notte al Camping The King's Reef, fronte mare.

Venerdì 12 Giugno 2009

Dopo una fantastica dormita, allietata da sogni divertentissimi (mi sono riscoperto a ridere nel sonno) ci svegliamo, facciamo colazione e poi con Otis andiamo a fare una capatina al mare. Non ci sembrava vero, ma la spiaggia, bellissima con mare pulito e fondali sabbiosi era tutta per noi. Filmiamo Otis che gioca con la palla sul bagnasciuga, ci facciamo il bagno e prendiamo un po' di sole passeggiando sulla spiaggia. Rientriamo al camping, pranziamo e ripartiamo per Porto Palo di Capo Passero. La strada fiancheggia un mare stupendo e dopo qualche chilometro arriviamo al Camping Residence Capo Passero, contrada Vigne Vecchie (piazzole di 50 mq delimitate e numerate, in terra battuta dotate di prese di corrente oltre ad ombreggiatura di alberi di alto fusto di pino ed eucalipto) Il camping si trova proprio sul mare, per cui si ha l'accesso diretto alla spiaggia. La spiaggia e il mare non sono proprio pulitissimi ma l'acqua è proprio un brodo. Dopo qualche bagnetto ci prepariamo per un giretto con Otis per curiosare in paese che si trova a 800 metri. Incontriamo una coppia di pensionati camperisti (quelli incontrati prima in spiaggia e che casualmente hanno proprio il camper accanto al nostro) con i quali ci incamminiamo per il porto, scambiandoci informazioni sui giri sinora effettuati. Stanno cercando un ristorante per la cena e anche noi abbiamo intenzione di cenare fuori. Purtroppo la vista di un branco di cani randagi ci fa desistere da tal proposito e a malincuore lasciamo la coppia piemontese per rientrare al camping per lasciare Otis. Due cani ci seguono ma pe fortuna non ci aggrediscono. Mentre ci prepariamo per la serata giunge stremata, come noi del resto, la coppia che avevamo lasciato perché hanno deciso di accontentarsi di mozzarella e pomodoro per questa sera, mentre noi siamo decisi a regalarci una serata diversa dal solito andando al ristorante. Giunti in paese ceniamo al ristorante "Al faro" con insalata di polipo, frittura mista e insalata per Anna e Pescespada arrosto e patatine fritte per me (porzioni giganti); il tutto innaffiato da buon vino bianco fresco. Non potevamo farci mancare il dolce e così la scelta è caduta sulla cassata siciliana e dire che era fenomenale è dir poco. Nel rientrare sulla strada buia temiamo i cani randagi ma per fortuna è tutto calmo. Siamo stanchissimi e dopo aver scaricato le foto ci apprestiamo ad andare a dormire. Mentre scrivo Anna è crollata e sta dormendo sulla panca al fresco della finestra del camper. Anche Otis è distrutto e dorme profondamente. Ora spengo il computer e vado a nanna anch'io.

CLICCARE SULLA FOTO PER VEDERE UN BREVE FILMATO DI OTIS

CLICCARE SULLA FOTO PER VEDERE UN BREVE FILMATO DI OTIS

Sabato 13 Giugno 2009

Dormito profondamente in una quiete assoluta. Mi sveglio e porto Otis fuori. Rientro, facciamo colazione e andiamo in spiaggia. Il mare è una tavola limpida e invitante e anche se l'acqua è un po' freddina ci immergiamo in compagnia di Otis. Peccato che i filmini che avevamo pensato di aver girato con lui che nuota in mia compagnia non siano stati memorizzati. Ci raggiunge la coppia piemontese e facciamo conversazione alternandola a nuotate rinfrescanti. Verso mezzogiorno rientriamo in camper e dopo pranzo veniamo invitati a bere un caffè dalla coppia di pensionati piemontesi. Conversiamo per un po' poi decidiamo che è arrivato il momento di salutarci poiché intendiamo ripartire alla volta di Noto, una città meravigliosa patria del barocco siciliano oggi considerata patrimonio dell'umanità. Impossibile dimenticare gli scorci monumentali, dalla piazzetta dell'Immacolata all'imponente Piazza Duomo, dominata dalla Cattedrale, dai numerosi Palazzi signorili e altre chiese. Sotto un sole opprimente attraversiamo il corso Vittorio Emanuele. Ci dissetiamo con una granita al mitico Caffè Sicilia e lasciamo Noto dirigendoci al Lido di Noto. Prima però facciamo un po' di spesa ad un minimarket incontrato lungo la strada. Poco dopo, purtroppo, nel fare una manovra in retromarcia urto un muro con il lato sinistro del camper infrangendo un pezzetto del fanale posteriore. Ovviamente sono nero ma non solo per l'abbronzatura. Di lì a poco, finalmente, siamo al Lido di Noto, zona marittima interessante con sabbia finissima giallo oro ed un mare trasparente premiato con 5 vele blu da Lega Ambiente, dove si trova l'area di sosta "Il Canneto". (a 15 metri dal mare).Qui ceniamo con delle superbe tagliatelle al salmone, salame piccante, formaggio, ciliegie a volontà, caffè e un pezzetto di cioccolato di Modica. E chi sta meglio di noi ?...

Domenica 14 Giugno 2009

Alle 6 del mattino mi sveglio. Alle 7 si sveglia anche Anna, facciamo colazione, C/S e lasciamo l'area di sosta per andare a pochi chilometri a godere della famosa Riserva Naturale di Vendicari con un mare incantevole. Lasciamo il camper in un parcheggio gratuito di un agriturismo che da lì offre un sevizio di navetta per la spiaggia. Un giovane, con la sua Fiat Multipla, ci accompagna all'ingresso di un vero paradiso faunistico, poi a piedi attraverso un sentiero, raggiungiamo la famosa spiaggia di Calamosche: spiaggia da favola, una baia incastonata tra le rocce, acqua trasparente e sabbia bianchissima. Ci facciamo venire a riprendere dopo un'ora di sole e bagni. Fantastico. Raggiungiamo Avola, mangiamo in camper a fianco della cattedrale e ripartiamo alla volta di Avola Antica, in cima ad un collina, attraverso canyon incredibili e viste mozzafiato. Purtroppo non ci permettono di portare con noi Otis nell'escursione a Cava Grande del Cassibile. Si dice che "Un giorno Dio si svegliò di buon umore e disegnò di sua mano questo spettacoloso canyon. Poi, non contento, provvide anche ai particolari, creando sul fondo delle piscine naturali di una bellezza, naturalmente, divina. Ma impose all'uomo di superare una prova per godere di questo Eden. Quella di riuscire a trovare il punto più bello, accuratamente nascosto nell'abisso più profondo, e di accettare la fatica di non facili discese e risalite." Questa genesi appare realistica a chi scende sul fondo della cava lungo il sentiero che parte dal parcheggio belvedere di Avola Vecchia. Al termine della discesa (400 m di dislivello) si trova il fiume, e un susseguirsi di piccole rapide, laghetti, cascatelle, circondate da una fitta vegetazione riparia dominata dagli oleandri. Si arriva così a due grandi piscine naturali ricche di acqua in ogni stagione e incastonate come smeraldi tra le grandiose pareti della gola. Dopo esserci rinfrescati nelle acque del Cassibile risaliamo faticosamente al camper e ci dirigiamo a Siracusa, all'area attrezzata Von Platen (18 euro con C/S e corrente bagni, docce calde gratuite, ottimi servizi, spaziosa, con prato per tavoli e sedie) comoda per la visita alla città, a 20 minuti a piedi dal parco archeologico e a 35 minuti a piedi dall'Ortigia (centro storico di Siracusa). Ci sistemiamo, doccia e poi pizze, coca cola, birra media e 2 caffè alla pizzeria "Don Chisciotte" lì vicina con 15 euro in tutto. A pochi passi da qui c'è il santuario della Madonna delle Lacrime.

Lunedì 15 Giugno 2009

Una volta svegli, facciamo colazione e ci prepariamo per visitare la città. La prima chiesa che incontriamo è quella di San Tommaso. Raggiungiamo la vicina Ortigia per vedere nell'ordine: le rovine del Tempio di Apollo, il più antico dei templi dorici peripteri della Sicilia, la fontana in Piazza Archimede, il Duomo, un palazzo barocco del XVIII secolo che accoglie il Museo Archeologico, una scultura di stile moderno che rappresenta il risveglio. Inoltre la chiesa di S. Lucia alla Badia e la Fontana di Aretusa che è una sorgente di acqua dolce che sgorga a pochi metri dal mare ed al suo interno cresce un papiro e scorrazzano pesci e papere. Ritornando per il Lungomare Alfeo scorgiamo due uomini intenti ad immergersi per recuperare le cozze dalla scogliera sottostante. Prendiamo un gelatino alla cassata e rientriamo al Von Platen. Prima di pranzare andiamo al vicino mini market per acquistare dell'acqua da bere. Dopo pranzo, sotto il solito sole cocente, ci dirigiamo all'antica Siracusa dove si trova la zona archeologica in cui visitiamo l'anfiteatro romano, il teatro greco, l'ARA di IERONE, le latomie (le più celebri sono quelle del Paradiso formata da l'Orecchio di Dionisio, dalla Grotta dei Cordari e dei Cappuccini). Piuttosto accaldati, ci dissetiamo all'uscita con una bella granita. Rientro al camper, doccia e partenza dopo un rapido C/S. Direzione Catania. Alle 19.00 siamo in centro a Catania, nel parcheggio antistante l'hotel Excelsior. Ceniamo in camper, ascoltiamo musica e poi a nanna, cullati (si fa per dire) dallo scroscio dell'acqua della fontana in mezzo al parcheggio.

Martedì 16 Giugno 2009

Catania presenta numerose opere del periodo barocco: la facciata del Duomo (presso il mercato del pesce), il Palazzo Sangiuliano, la Collegiata, La fontana dell'Elefante e il Castello Ursino. Invece riscontriamo testimonianze di epoca romana nel teatro, nell'Odeon e nell'anfiteatro. Iniziamo con Piazza del Duomo, centro animato e pittoresco della città, dominato dall'imponente massa architettonica della Cattedrale fiancheggiata da edifici barocchi. Al centro, la fontana dell'elefante (un elefante in pietra lavica che porta un obelisco egiziano). Al margine di Via Vittorio Emanuele si erge il Palazzo Municipale e, un po' più giù, la Porta Uzeda che dà sulla zona del porto. In Via Vittorio Emanuele si erge la Chiesa della Badia di S. Agata. Di fronte al Duomo, passati davanti alla bella fontana ornata dalla statua d'Amenamos, l'antico Dio Fluviale di Catania, imbocchiamo Via Garibaldi che conduce a Piazza Mazzini, circondata da un peristilio di 32 colonne proveniente da una basilica romana. Un po' più lontano, il castello Ursino. Poi visita alla Chiesa di S. Francesco di stile barocco; al centro, monumento al Cardinale Musmet; a sinistra, al civico n. 3, casa natale di Vincenzo Bellini il più celebre figlio di Catania. Saliti per Via Vittorio Emanuele fino al n. 272, troviamo l'ingresso del Teatro romano. Sempre da Piazza del Duomo, imboccando Via Etnea, principale arteria della città molto animata e piena di negozi, si attraversa la Piazza dell'Università circondata da begli edifici: a destra il Palazzo S. Giuliano occupato dal Credito Italiano; a sinistra, l'Università dell'inizio del XVIII secolo con, all'interno, molto elegante nella sua sobrietà, un cortile ad arcate di Vaccarini. Al di là della Piazza, sulla sinistra, si erge la Collegiata (affreschi di Sciuti nell'interno) tra due palazzi del XVIII secolo. Proseguendo per Via Etnea, passare davanti alla Prefettura e alla Chiesa di S. Michele. Da CATANIA ci dirigiamo al Rifugio Sapienza sull'ETNA a 1923 mt d'altitudine, attraverso NICOLOSI. Percorriamo una lunga strada in mezzo a montagne brulle, senza vegetazione né abitazioni, l'aria è calda ma non appena iniziamo la ripida salita di 17 km avvertiamo che si sta rinfrescando. La salita al vulcano ci lascia a bocca aperta, la strada attraversa le colate che scendono giù verso Zafferana Etnea e il colore nero delle rocce laviche domina tutto il panorama ravvivato a tratti dai cespugli di ginestra dall'odore incredibilmente intenso. Quando siamo quasi in cima al rifugio, sostiamo per godere degli scenari incredibili che ci circondano. Giunti nel parcheggio, sostiamo un po' vicino ai crateri Silvestri (sono quelli da cui è uscita la lava nell'eruzione del 2001. Spettacolare: sembra di essere sulla luna.), ma poi veniamo attratti da un ambulante che dal suo camioncino-negozio ci offre degli assaggi di prodotti tipici: creme di pistacchi, mandorle, nocciole, frutta secca al miele d'arancio, etc. Tutto in confezioni carine che acquistiamo da portare a casa. Dal Rifugio Sapienza scendiamo dal versante opposto a quello della salita per raggiungere Sant'Alfio un piccolo paesino sperduto nella campagna siciliana dove c'è il famoso Castagno dei Cento Cavalli il più antico d'Europa e il più grande d'Italia: è veramente maestoso e superbo; è così chiamato, si dice, perché Giovanna I di Aragona si riparò all'ombra di questo castagno con 100 soldati a cavallo. Siamo stanchi e cerchiamo un posticino dove pernottare. Visto che a Francavilla di Sicilia l'area attrezzata MAREMONTI è completamente abbandonata (resta soltanto la segnaletica stradale) proseguiamo per Motta Camastra e qui, in via Nazionale 18, quasi di fronte all'ingresso della Gole dell'Alcantara, troviamo la piccola area attrezzata GOLE ALCANTARA gestita da un giovane siciliano molto cordiale. Magari l'area non sarà un granché ma i bagni sono praticamente nuovi e provvisti di docce, con zona per il C/S oltre al fatto che siamo i soli ospiti (è ancora bassa stagione) cosicché' possiamo farci la doccia, cenare e ascoltare musica in tutta tranquillità, prima di andare a dormire.

Mercoledì 17 Giugno 2009

Alle 8.30, dopo la colazione siamo pronti per visitare le Gole dell'Alcantara. A 50 metri dall'area di sosta imbocchiamo la scalinata (comunale) che conduce GRATUITAMENTE al greto dell'Alcantara (c'è anche un accesso alle gole con l'ascensore dal parcheggio di fronte all'area di sosta ma è a pagamento!) L'Alcantara è un fiume con acque molto fredde e pareti alte che scende dall'Etna e che si è creato nella montagna per effetto di un fenomeno vulcanico. Entriamo nel fiume gelido a piedi nudi ma visto che non è proprio l'ideale lascio Anna ed Otis in un posto all'ombra e vado a recuperare le scarpette antiscivolo, rimaste nel camper. Purtroppo l'acqua, oltre ad esser fredda, in alcuni punti è alta per via delle forti piogge di maggio per cui mi è impossibile inoltrarmi oltre nelle gole e così mi limito ad alcune foto e a rinfrescarmi braccia e gambe. Rientriamo in camper e lasciamo l'area di sosta per dirigerci a Giardini Naxos visto che la soluzione migliore per visitare Taormina è sostare in questo paesino sul mare per poi prendere il bus fuori dall'area camper. L' AA Lagani (15 euro compreso C/S) dispone di 20 piazzole ben delimitate (ognuna con terrazzino pavimentato arredato con tavolo, sedie, lavello, doccia, barbecue, allaccio elettrico e illuminazione indipendente) e 10 piazzole con allaccio idrico ed elettrico, ordinata, pulita, recintata, custodita, bagni, bar/pizzeria, a 300 mt dalla spiaggia libera con sassi e rocce, area verde con lettini prendisole, vicina alla fermata del bus per Taormina. Dopo aver sistemato il camper ci rechiamo alla spiaggia vicina per un bagno. Nel pomeriggio inoltrato decidiamo di andare a Taormina con il bus di linea. Al costo di 5 euro (andata e ritorno per due) ci risparmiamo lo stress di salire per la strada molto trafficate ed in alcuni punti molto stretta per raggiungere questa incantevole località conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche e per la sua posizione panoramica con splendida vista sull'Etna dal teatro greco situato sul Monte Tauro. La serata è splendida, la vista del mare bellissima e così, prima di visitare la cittadina illuminata di sera, andiamo a cenare al "Bella Blu" un ristorante vicino alla teleferica. Anna prende spaghetti alle vongole ed io le lasagne, poi per entrambi una spigola alla griglia con insalata mista, vino bianco, birra e sorbetto a base di granita alla fragola. Fantastica cena. Giriamo per le viuzze del paese e praticamente rischio di svenire dinnanzi a tutte le leccornie esposte nelle vetrine. Decidiamo di ritornarci l'indomani con la luce del sole. Tanto per chiudere in bellezza gelato ai gelsi, cioccolato e cassata. Acquistiamo dei torroni e pasta di mandorle presso l'Agip Cafè. Alle 22 circa rientriamo e facciamo mangiare Otis che ci ha atteso in camper. La serata è fresca e me la godo un po' fuori dal camper prima di scaricare le foto e andare a dormire.

Giovedì 18 Giugno 2009

La mattina la trascorriamo al mare in compagnia di Otis. Bagni, tanto sole e relax totale. Dopo pranzo rifacciamo i biglietti del bus per Taormina. Purtroppo, come a Siracusa anche qui il Teatro Greco è parzialmente coperto da balaustre, schermi, etc. per le rappresentazioni teatrali che si tengono in questo periodo, pertanto decidiamo di rinunciare (l'ingresso costerebbe comunque 12 euro). Ricorriamo allo stratagemma di fotografare, zoomandola, una cartolina del teatro. Ci gustiamo un cannolo siciliano. Una vera delizia per il palato. Continuiamo poi la visita attraverso le tipiche stradine della città. Taormina è stata, per secoli, una città senza storia e la sua fama deriva soprattutto dalla sua posizione eccezionale. Anche i suoi denigratori, e ce ne sono, non possono negare che questa cittadina, aggrappata alla montagna permette di godere di vedute straordinarie. Le sue viuzze, i suoi giardini sono altrettanti balconi sul mare. Cominciamo la visita partendo dalla Porta di Messina, dove finisce Via Pirandello e inizia il Corso Umberto, principale arteria che attraversa tutta la città. Sulla destra, scorgiamo il Palazzo Corvaia e a fianco la chiesa di S. Caterina. Al n. 102 del Corso Umberto c'è una pasticceria rinomata e così ci gustiamo un cannolo siciliano. Poi, scendiamo per alcuni metri nella viuzza a fianco e alla nostra sinistra, penetrando sotto un arco, vediamo la Naumachia, vasto edificio termale romano dell'epoca imperiale. Non ne resta più che un muro di 22 m. di lunghezza, costellato di grandi nicchie dentro le quali se ne possono scorgere altre più piccole e rettangolari; esse servivano ad ospitare delle statue. Il Corso sbocca in Piazza IX Aprile, a terrazza sul mare, da dove si gode di uno splendido panorama. Vi sono allineati dei carretti siciliani. Fotografiamo anche le facciate e gli interni della Chiesa di S. Giuseppe e della Chiesa di S. Agostino. Proseguendo lungo la strada passiamo sotto l'arco della Torre dell'Orologio. Al n. 209, alla sommità di una scalinata, si trova Palazzo Campioli e un po' più lontano si arriva a Piazza del Duomo, ornata da una bellissima fontana del 1635. A destra, il Palazzo del Municipio con il suo piano di finestre barocche e, a sinistra, il Duomo costruito nel XIII secolo dove si è appena celebrato un matrimonio. Dal Corso Vittorio Emanuele sbocchiamo a Porta Catania sormontata da una piccola edicola con lo stemma della città. Proprio davanti alla porta, sulla sinistra il Vicolo Spuches conduce, in pochi metri, al Palazzo Duca di S. Stefano, un elegante edificio di architettura siciliana dei secoli XIV e XV, che ha l'aspetto di una torre con una scalinata esterna e due piani di bifore sormontate da un cornicione intarsiato di calcare e di lava. Si è fatto tardi e percorriamo la strada a ritroso per riprendere il bus e tornare al camper dove ci aspetta Otis per un ultimo bagno prima che tramonti il sole. Prima però facciamo un po' di spesa per i prossimi giorni. Presa della ricotta fresca per farci un bel primo a base di pasta e ricotta, appunto.

Venerdì 19 Giugno 2009

Partiamo dal campeggio dopo le solite operazioni di C/S e percorrendo l'autostrada giungiamo a Messina. Posteggiamo il camper e visitiamo la città. Da Piazza Cairoli, centro della città, seguendo Corso Garibaldi, lunga arteria che si sviluppa parallelamente al porto, passiamo davanti alla chiesa barocca di S. Caterina Valverde. A destra in Via S. Maria di Alemanna ci sono le rovine di una chiesa gotica distrutta dal sisma. Più lontano, sulla sinistra, si erge l'Annunziata dei Catalani. Di fronte all'atrio centrale, la statua di Don Giovanni D'Austria. Dietro a questa statua, Via Lepanto ci conduce a Piazza del Duomo ornata dalla bella Fontana d'Orione. Qui ammiriamo il Duomo con il suo orologio astronomico sul campanile, ricco di figure semoventi che regalano uno splendido spettacolo allo scoccare del mezzogiorno. Visto che manca più di mezz'ora alle 12, Anna acquista, presso una rosticceria lì vicino, degli ottimi arancini e un panzerotto. All'ora stabilita assistiamo ad un vero spettacolo musicale che anima tutte le statue per un quarto d'ora. Sulla collina che domina piazza Duomo si erge il Santuario di Montaldo e, a destra, la Chiesa del Cristo Re. Andiamo, successivamente, in Piazza Unità d'Italia ornata dalla Fontana di Nettuno. Bellissima veduta sul porto e sulla Madonnina dello Stretto, situata su di una bianca colonna. Percorriamo il susseguirsi di viali che si sviluppano in salita sulla collina e permettono di avere bei panorami su Messina e sullo stretto. Peccato che alcuni vicoli siano sporchi e maleodoranti. Passiamo poi vicino al Santuario di Montalto e alla chiesa di San Francesco d'Assisi. Riprendiamo il camper dove lo avevamo parcheggiato e ci dirigiamo a Tindari. Attraverso una bella salita con tornanti raggiungiamo il posteggio situato ad 1 km dal Santuario della Madonna Nera. Prendiamo il bus-navetta che ci porta sulla sommità della rupe. Qui appena arrivati, la prima cosa che incontriamo è il Santuario Cristiano della Madonna Nera e ne restiamo affascinati. I mosaici interni sono splendidi. Dal piazzale del Santuario si ha una splendida veduta delle Eolie e di una curiosa spiaggia e laghetti in una laguna di sabbia. Sono i Laghetti di Marinello e li vedremo domani mattina. Infatti ci sistemiamo ad Oliveri (vicino a Tindari) nell'Area Attrezzata Azimut (14 euro compreso C/S e corrente) a 100 mt dal mare, grande, tranquilla, ombra, docce calde, bagni; in 10 minuti a piedi si arriva alla spiaggia della riserva dei laghetti di Marinello. Cena, passeggiata sul lungomare e a nanna.

Sabato 20 Giugno 2009

Una volta svegli, colazione e poi subito al mare per un bel bagno nelle acque calde e limpide del mare vicino. Visita ai Laghetti di Marinello. Rientriamo in paese ed acquistiamo un telo da posizionare a terra davanti all'entrata del camper, onde evitare di dover sempre ripulire Otis e noi stessi dalla sabbia e dalle foglie secche prima di salire. Inoltre Anna ha pensato bene di acquistare un quarto d'anguria che assaggeremo a pranzo. Nel pomeriggio proviamo a riposarci fuori dal camper ma non è semplice perché nel frattempo si sono aggiunti parecchi camperisti locali (è sabato !!), con al seguito bambini che schiamazzano e piangono a più non posso. Andiamo allora in paese a gustarci un gelato e a fare una passeggiata. Oliveri è proprio tranquillo e pulito. Peccato ci siano troppe case ancora in costruzione. Cena, una partitina a carte e poi ci siamo rivisti le foto sin qui scattate. A mezzanotte c'è ancora gente che chiacchiera. Siamo piuttosto stanchi e andiamo a dormire.

Domenica 21 Giugno 2009

Alle 8.00 siamo svegli, pronti a partire dopo la colazione. Approfittiamo per fare C/S. A proposito, oggi è il mio Onomastico. Autostrada sino a Cefalù con continue gallerie e ponti che ci impediscono di effettuare una sosta. Finalmente, decido di fermarmi in una piccola area ed una pattuglia della polizia si accosta chiedendoci se abbiamo problemi. Spieghiamo che ci siamo fermati solo per una sosta "pipì". Parcheggiare a Cefalù ci crea qualche problema (oggi è domenica!), comunque, in una parallela del lungomare riusciamo a trovare posto. Foto di rito alla cittadina di Cefalù, dominata da una rupe imponente. Visitiamo dapprima la Chiesa di Santa Maria della Catena, l'Osterio Magno, antica residenza di Re Ruggero di cui non restano che delle arcate romane e poi proseguendo per il corso sbocchiamo in Piazza del Duomo in fondo alla quale si erge, contro la rocca, la Cattedrale Normanna. Successivamente ci rechiamo alla spiaggia e ai lavatoi medioevali vicini al centro storico. Pranziamo con un panino al volo e poi saliamo al Santuario di Gibilmanna, per una strada panoramica (14 km in salita ma non impegnativa). Questo frequentatissimo luogo di pellegrinaggio si erge a 800 m. di altezza sulle pendici di Pizzo S. Angelo. Tanto per cambiare, il Santuario è chiuso per cui non ci resta che riprendere la strada per Petralia Soprana. In questo grazioso paesino visitiamo la magnifica piazzetta con la Chiesa Madre di San Pietro e Paolo (mi impediscono di fare più di tre fotografie al suo interno) e la chiesa barocca che si trova in cima al paese, dietro alla quale si raggiunge un cocuzzolo panoramico, con scorci mirabili sul borgo e sulle montagne. Decidiamo di andare a pernottare a Gangi. Prima di giungervi rimaniamo colpiti per il suo aspetto singolare. Le case infatti ricoprono totalmente un colle dalla forma tondeggiante come la panna che ricopre una torta. Visto che è piuttosto tardi, preferiamo sostare nella parte bassa della cittadina, vicino ad un chiesetta il cui interno mi viene impedito di fotografare da un vecchietto del luogo che mi apostrofa in malo modo. Preferisco non replicare. Visiteremo il resto domani mattina. Infatti la parte più bella (con pretenziosi palazzi e la notevole cattedrale) si trova in cima e non è accessibile con il camper per via delle strade strette, in forte pendenza, e spesso a scale. Dopo cena comincia a guastarsi il tempo e minaccia di piovere.

Lunedì 22 Giugno 2009

Questa notte ci siamo presi un bello spavento a causa del temporale, o forse, per colpa di una grata traballante sulla strada che fa un baccano infernale quando la si attraversa a velocità sostenuta. La gengiva mi duole un po' e faccio fatica a dormire. Infatti ancora prima delle 6 porto Otis fuori e poi preparo la colazione. Sembra una giornata autunnale. Saliamo per le stradine strette del paese e arriviamo alla sommità per ammirare la Chiesa madre. Scendendo, prima di recuperare il camper con Otis che ci attende al suo interno, ci prendiamo delle brioches alla crema appena sfornate. Una delizia. Visto che la strada per Sperlinga è interrotta decidiamo di muoverci alla volta di Monreale. Una piccola sosta ad un distributore in autostrada e poi tentiamo invano di trovare un parcheggio a Termini Imerese. Proseguiamo quindi per Monreale. Arrivati a Palermo il caos è indescrivibile e c'è da imporsi di restare calmi per non esplodere. Acquistiamo un ananas per 1 euro da un ambulante al semaforo e finalmente imbocchiamo la strada che ci porta alla Piazza del Duomo di Monreale. Peccato che per arrivarci non mi sia accorto del divieto per autocarri (e quindi anche per i camper) e così, miracolosamente riesco ad uscire da una stradina stretta senza cozzare contro un balcone basso e sporgente. I vigili chiudono un occhio ma non mi fanno sostare in piazza, così mi tocca ritornare indietro. Per fortuna ad 800 metri dal paese, uscendo, trovo una piazzola dove poter sostare. Mangiamo e poi ci andiamo a prendere il caffè ad un bar di Piazza Duomo. La visita al Duomo è consentita alle 14.30 per cui aspettiamo. Nel frattempo ci sorprende la pioggia e questa volta non abbiamo nulla con cui ripararci. Comunque è stata una escursione da non perdere, d'altronde secondo un Proverbio Siciliano: "Chi va a Palermo senza vedere Monreale, è partito asino e ritorna animale". Terminate le foto di rito alla famosa Cattedrale con i suoi bellissimi 6.340 mq di multicolorati mosaici rappresentanti scene del vecchio e nuovo testamento, ammiriamo la Conca d'oro dal belvedere, rientriamo al camper e ci dirigiamo a Palermo dove troviamo l'area attrezzata Green Car (18 euro con C/S e corrente) in Via Quarto dei Mille 11/B con docce fredde, pulita, custodita, su asfalto ed è la più' comoda per la visita alla città, perché si trova a 700 metri dalla Cattedrale e dal centro storico. Qui possiamo trascorrere alcuni dei prossimi giorni, prima di rientrare a casa. La pima sera a Palermo, dopo cena, facciamo due passi verso il centro storico e dopo aver fotografato la Porta Nuova ci gustiamo un gelato per le vie buie e quasi deserte vicine al parking. Poi a nanna.

Martedì 23 Giugno 2009

Appena svegli, colazione e via per la visita alla città. Ad una rosticceria lungo la strada, visto che Anna si è fermata a chiedere cosa fossero le panelle, ce le fanno assaggiare gratuitamente assieme a delle crocchette di patate. Visitiamo dapprima la Cattedrale, un misto di arte araba e normanna con il vicino Palazzo Arcivescovile (sede del museo Diocesano), il Palazzo dei Normanni, la Cappella Palatina, la chiesa della Martorana, la chiesa di San Cataldo, i Quattro Canti di Città, Piazza Pretoria (detta piazza della vergogna) ove sorge il palazzo Senatorio (oggi sede del Comune), e il teatro Massimo. Con Otis non è semplice passeggiare stando attenti ai cani e alle carrozze trainate dai cavalli per cui, dopo pranzo, decidiamo di lasciarlo nel camper per poter visitare più tranquillamente i tipici mercati come quelli della "Vucciria" e il mercato Ballarò Approfittiamo, inoltre per gustarci una porzione di cassata. Dopodiché ci imbattiamo in San Giovanni dei Lebbrosi, San Giovanni degli Eremiti, la chiesa di S. Giuseppe con la sua fonte miracolosa e la Chiesa di San Domenico, la più grande dell'isola dove nel frattempo stanno celebrando un matrimonio. Bellissima anche la chiesa dell'Immacolatella. Rientrando, acquistiamo 1 kg di albicocche giganti, 4 pomodori da insalata, una testa d'aglio e un filone di pane per soli 3 euro. Incredibile! Non a caso, nei mercati ho visto delle ciliegie favolose a solo 1 euro al kg. Come prime impressioni posso dire che Palermo appare splendida per i suoi monumenti, chiese e teatri ma l'aria che si respira è nauseabonda, la sporcizia è ovunque e si prova molta pena per i molti cani randagi che sono un po' ovunque. Alcune zone, come il porto e i dintorni, non sono né tranquille né sicure, ma non mancano quelle che invece lo sono. Ma ribadisco che la vera piaga di Palermo è il traffico indisciplinato.

Mercoledì 24 Giugno 2009

Oggi è stata una giornata piuttosto deludente, dal punto di vista di quanto si è potuto visitare. Infatti, anche con l'ausilio di una cartina offertaci da uno degli Uffici d'Informazioni sparsi per la città, non è stato facile districarsi tra vicoli e stradine, alla ricerca di chiese e monumenti non facenti parte del centro storico. Più che altro bisognava stare attenti agli escrementi dei cani, al traffico caotico (visti ben due incidenti anche oggi) e al degrado incontrato via via che procedevamo nel nostro itinerario. LA KALSA. Costeggiamo dall'esterno il lato destro della chiesa per passare sotto Porta Felice, unico resto importante di questo quartiere storico molto danneggiato nel corso dell'ultima guerra. Si sbocca in seguito al Foro Italico, largo viale in riva al mare da seguire sulla destra. Questa passeggiata molto famosa nel XVIII e nel XIX secolo è stata allargata dopo i bombardamenti e si presenta ora come un vasto terreno non ben delimitato. A 400 metri circa, lasciare il Foro Italico superando a destra, la Porta dei Greci che si apre su Piazza della Kalsa, deformazione della parola araba "Khalcsa" che significa eccellente o scelto; poiché questo quartiere, vicino al mare, era prima quello del sultano e della sua corte. Oggi, si presenta piuttosto sotto l'aspetto di isolati insalubri circondati da strette viuzze. Ma questa parte di Palermo, pittoresca e popolare, nasconde numerosi monumenti, testimoni del suo antico splendore. Bisogna passare, in fondo alla piazza, davanti alla facciata barocca della Chiesa di S. Teresa del XVII secolo, per seguire il seguito la Via Torremuzza, sulla destra, fino alla Chiesa della Pietà. La sua sontuosa facciata, ispirata alla scuola barocca di Roma, minacciava di crollare e ha dovuto essere consolidata con un muro di calcestruzzo. Il suo ingresso si trova in Via Alloro. L'interno contiene degli affreschi di Borremans (nel coro), bellissime tribune e cancellate in legno dorato. Nella terza cappella a sinistra, Pietà di Vincenzo da Pavia del XVI secolo. LE CATACOMBE. Continuando per Corso Calatafimi fino al primo incrocio con semaforo e prendendo sulla destra per Via Pindemonte, si arriva al Convento dei Cappuccini del XVII secolo, famoso per le sue Catacombe. Per 3 secoli, dal XVII al XIX, quando avveniva un decesso in una famiglia nobile o fra i membri del clero, si affidava il corpo ad un imbalsamatore che lo privava delle viscere e lo faceva stagionare per parecchi mesi. Ad operazione terminata, si vestiva il cadavere con i migliori vestiti e lo si portava ai Cappuccini. È per ciò che si possono vedere nei lunghi corridoi sotterranei circa 8.000 palermitani deceduti da più di due secoli e che l'aria molto asciutta ha, più o meno bene, conservato. Alcuni portano ancora appesa sul petto, un'etichetta indicante il nome, l'indirizzo e la data del decesso. Questo permetteva alle famiglie di identificare i loro antenati perché, con l'andar del tempo, i vestiti sono stati spesso divorati dalle tarme. I corpi erano divisi per categorie sociali o professionali. Per esempio, tutti i membri del clero sono raggruppati nella stessa galleria e i loro scheletri pendono lungo i muri, assumendo un aspetto "carnevalesco" con le berrette in testa. Questa visita è sconsigliata alle persone impressionabili. Dal Convento si può andare a vedere il Castello della Zisa. Per recarvisi, prendere a destra del convento per Via Cipressi che sbocca a Piazza Ingastone. La seconda strada a sinistra, Via Zisa, conduce a Piazza S. Stefano dove si erge la Zisa (da Aziz, in arabo: splendida) edificata nel 154, sotto il regno di Guglielmo I, su modello arabo. È una costruzione rettangolare ornata di arcate e di feritoie nel XVI secolo, con due torricelle sui lati piccoli. La Zisa, chiusa da nove anni per restauro, non è visitabile. Ci hanno però raccontato che l'interno che evocava i fasti decorativi dei Palazzi Orientali, permetteva di vedere una sala a volta con stalattiti, preceduta da un atrio. Lungo le pareti corre un fregio in mosaico che rappresenta dei cacciatori e dei pavoni. Accessibile invece il giardino del castello. Stanchi e delusi decidiamo che di Palermo ne abbiamo abbastanza, per cui domani mattina ripartiremo alla volta delle spiagge di Mondello e del Santuario della Patrona S. Rosalia attraverso il Monte Pellegrino descritto da Goethe come "il più fino promontorio del mondo" sulla Conca d'Oro. Prima di riprendere la via del ritorno ci consoliamo con un fantastico gelato (il migliore sin qui assaggiato in città). Otis è distrutto. Doccia fredda, cena a base di pesce e a nanna dopo aver ascoltato musica al PC. Ci cimentiamo anche con il KARAOKE finche' Otis ad un certo punto si alza e ci fa capire che cantar da cani lo può fare solo lui...

Giovedì 25 Giugno 2009

La giornata è splendida. Siamo stati fortunati ad aver deciso di andare a Mondello. Solite operazioni di C/S e poi una volta usciti da Palermo saliamo sul Monte Pellegrino dove è d'obbligo una visita alla grotta della Santuzza, il Santuario dove riposano le spoglie della Patrona S. Rosalia. Dopo aver ammirato il panorama dal Belvedere scendiamo per Mondello. La piazzetta di Mondello è una di quelle che fanno la delizia dei pittori, con la vista sul monte Pellegrino, il porticciolo, la spiaggia, e i classici caffè. Troviamo posto in un parcheggio custodito in una parallela del lungomare. Hanno anche un paio di allacciamenti di corrente per camper. Ci chiedono 20 Euro al giorno, inclusa la corrente. I servizi si riducono ad un WC, ma in fondo è un parcheggio... Sistemiamo il camper e poi andiamo in spiaggia per un primo bagno in un mare delizioso. Ci gustiamo un panino imbottito di panelle, crocchette e patatine fritte ad un chioschetto di fronte alla spiaggia. Una bontà. Pranzetto, pennichella e poi nuovamente in spiaggia. Rientriamo per una doccia in camper, una cenetta e poi andiamo al cine all'aperto dove proiettano il film "GRAN TORINO" con Clint Eastwood, non prima di esserci gustati un enorme cono gelato. La serata è fresca e comunque il rumore del traffico non ci impedisce di prendere sonno. Solo che ad un certo punto veniamo svegliati dal fragore dei fuochi d'artificio. Esco per tentare di fotografarne qualcuno. Chissà Otis come è spaventato....

Venerdì 26 Giugno 2009

Stamane, mentre portavo Otis fuori dal parcheggio, ho scoperto che ad una trentina di metri esiste un parcheggio comunale molto ampio, dove la tariffa fissa giornaliera è di 1,50 euro. Insieme ad Anna decido di spostarci, tanto più che l'area attuale non offre che la corrente. Prima di andare in spiaggia prendiamo la navetta gratuita che ci porta a San Gallo, il paesino vicino dove c'è una torre normanna. Rientrando, andiamo a fare un bagnetto, pranziamo e solito pisolino per me e Otis, mentre Anna si diletta con il sudoku. Alle 16.00 riprendiamo un'altra navetta (molto scassata) che ci porta ad ADDAURA. E' una zona di villette molto belle che si affacciano su di un golfo stupendo. Beato chi ci abita. Per la gioia di Otis non facciamo altro che incontrare cani ad ogni cancello. Finalmente, dopo aver atteso parecchio, riprendiamo la stessa navetta e ritorniamo a Mondello. Prima di rientrare è d'obbligo un gelato alla cassata e ai sette veli. Volendo tentare una nuova strada, ci perdiamo per le stradine del paese e mi incavolo non poco con un giovane scapestrato che scorrazza con la sua moto a tutto gas e che rischia di investirci. Poi, una volta ritrovato il parcheggio, lasciamo Otis e andiamo a mangiarci una brioche salata imbottita di carne, un mega arancino alla mozzarella e prosciutto ed una coca cola da mezzo litro alla modica spesa di 5 euro. Rientro alla base per la solita seratina a base di musica e giochi al computer. A mezzanotte, purtroppo il frastuono della discoteca vicina e il DJ che ci martella durante il sonno, ci costringono a cambiare posto e ci allontaniamo di duecento metri, dove possiamo dormire più tranquilli.

Sabato 27 Giugno 2009

Al mattino presto esco con Otis e poi dopo colazione ripartiamo per Palermo. Ci dirigiamo al Parco della Favorita, un vasto giardino, in uno stato di abbandono riprovevole, che si estende per circa 2,5 Km lungo i piedi del Monte Pellegrino. Sul Viale del Fante ci fermiamo e a piedi raggiungiamo la Palazzina Cinese, visibile solo dall'esterno in quanto chiusa per restauri. Ripresa la marcia, ci imbattiamo nel teatro Politeama che non avevamo potuto visitare nei nostri itinerari precedenti, per cui una volta fatta qualche foto, raggiungiamo la zona del porto, vicino al carcere dell'Ucciardone e dopo aver acquistato del pane e della focaccia, sostiamo in un parcheggio libero (non dalla sporcizia). Mentre stiamo mangiando si affaccia un giovane dall'aspetto poco raccomandabile e ci dice di essere il custode del parcheggio e se per questo vogliamo dargli qualcosa. Capiamo benissimo che è una bugia e comunque Anna gli offre un euro. Subito dopo scompare. Giacche' siamo in zona, verifichiamo dove dobbiamo imbarcarci domani e, dopo un pisolino ed una partita a carte, andiamo nuovamente al parking Frisbee (in cui eravamo stati la nostra prima sera in Sicilia). Lasciamo Otis nel camper e andiamo a fare una passeggiata. Fa molto caldo e i negozi sono ancora chiusi. Approfittiamo per prenderci un gelato e poi al ritorno prenotiamo per la cena di stasera, nello stesso ristorante EXCLUSIVE in cui abbiamo mangiato la pizza al primo giorno in Sicilia. Si fanno 2 chiacchiere con dei camperisti dopodiché andiamo al ristorante. Al termine di un'ottima cena a base di pesce non ci resta che deliziarci con una cassata acquistata poco prima alla famosa pasticceria ALBA sulle cui vetrine ho lasciato l'impronta della mia lingua. Partitina a carte e poi a nanna.

Domenica 28 Giugno 2009

Una volta svegli, facciamo colazione, quindi una passeggiatina nei dintorni del parking. Al rientro scambiamo due battute con un camperista romano simpaticissimo che ci illustra il suo nuovo gioiello: LAIKA motorizzato Fiat Ducato 3000 di cilindrata. Una bomba. Talmente sofisticato che ci racconta che dopo averlo lasciato 20 giorni fermo in un rimessaggio non era riuscito a rimetterlo in moto per via di un abbassamento di potenza della batteria. Alla faccia della tecnologia! Comunque se dovessi dimenticarti di allacciarti le cinture non ti permette di partire, ti avvisa e - come ci dice in romanesco il camperista -: "Ce manca solo che te mena...". Dopo il pranzetto e un pisolino ci apprestiamo ad andar via e dopo le operazioni di C/S ci avviamo al porto. Dapprima vengo indirizzato ad un parking a pagamento. Ci rinunciamo e andiamo ad un altro ingresso, dal quale veniamo indirizzati ad un parcheggio vicino alle biglietterie GNV. Una volta fatto il biglietto, alla vista della motonave EXCELLENT giunta nel molo, ci mettiamo in fila e dopo una estenuante attesa, finalmente, ci imbarchiamo. Panino e poi visita al ponte e agli interni della nave. Partenza alle 21.00 precise. Alle 22.30 siamo nella sala del cinema e solo verso le 23 viene proiettato il film "IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON". Ovviamente, Anna, dopo un po' cade in un sonno profondo e anch'io faccio fatica a non appisolarmi. All'una e trenta termina il film e raggiungiamo Otis nella cabina. Notte tranquilla, anche perché il mare è calmo.

Lunedì 29 Giugno 2009

Sveglia alle 8.00. Colazione al self-service. Due chiacchiere con una coppia siciliana che colpita dalla bellezza di Otis, approfitta per fare una foto ricordo del nostro cane. Alle 10.30 andiamo al cinema per vedere il film in programmazione "THE HOUR" ma in sostituzione han pensato bene di proiettare il film documentario "La 11esima ora", lo stesso del viaggio d'andata. Questa volta ho visto tutta la seconda parte. Una volta portato Otis sul ponte per un'altra passeggiatina, siamo andati al self-service a pranzare. Un po' di TV e poi mentre mi faccio la doccia Anna si prende ancora un po' di sole sul ponte della nave. Ne approfitto per aggiornare il diario della giornata e far compagnia ad Otis che è sempre accucciato sotto il letto di Anna. Alle 16.45 si arriva al porto di Genova e dopo mezz'ora siamo già diretti verso casa. Durante il tragitto verso casa facciamo un paio di soste per Otis (la nave era sprovvista dei cespugli che gli piacciono tanto, quindi....) e per cenare con un tramezzino appena decente. Verso Turate il cielo è sempre più nero ed infatti a Lomazzo veniamo colti da un temporale micidiale e le strade in poco tempo sembrano dei fiumi in piena. Il tempo di portare Otis dentro casa, prendere le poche cose che servono e anche noi ci fiondiamo in casa da Ilena che ci aspetta. Stanchissimi, dopo una cenetta leggera andiamo a dormire. La vacanza è finita e domani puliremo il camper, faremo la spesa, il pieno alla PUNTO e andremo a potare i dolcetti acquistati ai miei genitori e fratelli.

Conclusioni: 

La Sicilia è una terra incantevole, con spiagge libere immense, ed un mare stupendo. I siciliani sono stati sempre gentili e disponibili, anche troppo... I monumenti e alcune chiese sono veramente splendidi, la sporcizia e il modo di guidare un po' meno. Otis, forse si sarà annoiato, Anna magari anche stufata di starmi a ruota nelle visite alle città ma penso che questa vacanza non ce la dimenticheremo mai. Quasi 1800 fotografie testimoniano una piccola parte di quanto visto. Forse potremo dimenticare, man mano, la fatica delle camminate, il sole caldo, il vento forte, le salite interminabili in camper ma di certo rimpiangeremo sempre gli arancini di Castelvetrano, la cassata di Erice, le granite di Catania, i cannoli di Siracusa, il pescespada di Porto Palo di Capo Passero, il mare di San Vito Lo Capo, Scopello, Castellamare del Golfo, Mondello e Pozzallo, i gelati di Ragusa Ibla e Mondello, etc.,etc.

FINE

Commenti
* L'indirizzo e-mail non verrà pubblicato sul sito Web.
QUESTO SITO È STATO CREATO TRAMITE